lunedì 13 dicembre 2010

four women, nina simone



quanto possono essere violente le parole? non in se stesse, ma per l'insight che ti danno su una situazione. questi 4 brevi ritratti di donne spiegano tutto l'universo di violenza fisica e psicologica che sta dietro al razzismo. e la voce di Nina Simone, che le modula così diversamente, è stupenda.


per veder la Simone cantare questo pezzo live



My skin is black
My arms are long
My hair is woolly
My back is strong
Strong enough to take the pain
inflicted again and again
What do they call me
My name is AUNT SARAH
Aunt Sarah

My skin is yellow
My hair is long
Between two worlds
I do belong
My father was rich and white
He forced my mother late one night
What do they call me
My name is SAFFRONIA
Safronia

My skin is tan,tan
My hair is alright its fine
My hips invite you daddy
and my mouth is like wine
Whose little girl am I?
it is yours if you have some money to buy
What do they call me
My name is SWEET THING
they call me Sweet Thing

My skin is brown
and my manner is tough
I'll kill the first mother I see
'cause my life has to been too rough
I'm awfully bitter these days
because my parents were slaves
What do they call me
My name is PEACHES

kid's books are happy books!


cosa mi faccio postare da un fratello che va a boston per un convegno?
abiti firmati? teconologia affina? regalini e regaletti souvenirs?

no.
onestissimi libri per bambini.
tra cui uno in particolare:
click clack moo. Cows that tipe.

oppure anche The lion and the mouse.

i libri per bambini sono libri felici, almeno in usa.
perché qui da noi questi libri non ci sono. non li traducono.
ci vorrebbe troppa intelligenza!
e allora continuiamo con l'orgia di principesse rosa shocking, di mostri e mostriciattoli, geronimi e fatine appiccicose...
poi, quando il moccioso diventerà un moccioso pre adolescente, che legge solo e unicamente geronimo e affini, ci lamenteremo che sono caprette ignoranti senza gusto estetico, ironia, e incapacità, a 12 anni, di affrontare un testo di 20 pagine senza un'immagine.

perché la lettura cresce per gradi, da un bel libro si passa a un altro.
e da un bel libro illustrato per bambini si passerà al libro più impegnativo. perché il livello dei libri è lo stesso.
anche se sono libri per bambini.
anche se parlano di mucche che battono a macchina!

giovedì 9 dicembre 2010

sonni interrotti

giorni di ferie, giorni passati nel fancazzismo più totale. non ho neanche finito l'albero! io. io che adoro (adoravo?) il natale e decorare casa, fare i bigliettini o i lavoretti da bambini.
giorni passato a dormire profondamente, un bel sonno pacificatore, in cui la mattina non ricordi nulla. ti svegli relativamente presto, come sempre, l'unico giorno in cui ho dormito fino alle nove è perché sono andata a dormire a mezzanotte passata. gli altri giorni praticamente sempre a dormire presto, una lettura veloce a letto, con le palpebre che si chiudono a poco a poco.

ieri invece, è ricominciato il panico. è arrivato improvviso, mentre ero a teatro, nel pomeriggio. avevo come in sovrimpressione l'ansia do dover tornare al master. di dover affrontare un'altra settimana. di avere scadenze che si avvicinano, inesorabili.

sono andata a dormire stanca, mi sono svegliata distrutta. in un continuo girarsi e rigirarsi, e pensare e sognare scadenze e computer. dover scrivere articoli su articoli, e girare e montare, e farsi venire idee che non ci sono.

crisi d'ansia nel sonno. che dovrò raccontare al mio dottore settimana prossima. forse troppo lontano. c'è chi mi dice di andarmene da qui. e allora penso: "a fare che? che posso fare? dove?" è cadere da un pozzo a un'altro.
forse sto solo aspettando di fallire qui. che mi si mostrino i miei fallimenti, uno a uno, tutti in fila.
chi era quello scrittore che riusciva a trasformare ogni fallimento in successo? non ricordo, ed è un commento che ho letto di recente.
o forse non ci è riuscito neanche lui. bisognerebbe chiederglielo.

giovedì 2 dicembre 2010

Americane avventurose


bel libro di Cristina de stefano. brevi ritratti di donne amenricane del secolo scorso, dalle vite lunghe o meno lunghe. avventurose sì, negli affetti, nel lavoro, nel modo di relazionarsi con sè stesse e col mondo.
perché è difficile essere una donna, sopratutto se non vuoi adeguarti a essere solo quello che ti dicono gli altri. provare, rischiare, a essere giusto te stessa.
al lettore giudicare se, dal racconto delle loro vite, l'avventura vale la pena di essere vissuta.

mercoledì 1 dicembre 2010

che ci faccio qui?

in senso lato,
in senso stretto.

iniziamo dal senso stretto: la scuola, che continua preventivamente a dirci: "sarà dura, sarà più dura. non riuscirete a dormire la notte, perché avrete 8 cose da fare tutte insieme, e non avrete il tempo per farla. fra i corsi, le uscite, quello di radio che vuole una cosa, quello di televisione un'altra, quelli della carta stampata e del web altro ancora. non si parlano tra loro e quindi non sanno neanche se ti mettono tutti la chiusura lo stesso giorno. e la chiusura è tra due giorni, ti dicono."
morremo invendicati, ma morremo. è quello che mi viene più naturale da dire. lavoreremo per la gloria, ora e in futuro, sperando che le cose vadano abbastanza bene. ovvero che mamma e papà campino abbastanza da avere una pensione e poterla mettere via, a poco a poco, per darti il tuo tozzo di pane, da qui alla tua eternità.
dal senso stretto si arriva così al senso lato.
qual è la tua eternità, e chi lo decide. io capisco monicelli, e altri che come lui, hanno detto basta, prima o poi.
prima o poi.
prima o poi.
in senso lato e in senso stretto.