in cui ovviamente scriverò poco o nulla, nella pausa brevissima fra la digestione del panino e la ripresa del corso, che oggi non finirà mai....
stanca morta, anche a causa della sveglia 8ogni giorno alle 6:15/6:30, compreso il we in cui, ahimé, mi sono automaticamente svegliata in orari incivili.
la certezza di non avere idea di dove sia finito il mio finesettimana, e la consapevolezza di una nuova settimana davanti a me, spero illuminata da qualche discussione interessante e dall'invio di curricola in cui spero, e prego, di avere qualche risposta. giusto per sapere che non mando invano.
come nel libro che sto leggendo adesso - il terzo libro che sto leggendo in contemporanea - in cui la quasi dodicenne protagonista chiede a Dio: ci sei? mi capita questo, puoi fare qualcosa? cosa ne pensi?
ed è bello scoprire che i dilemmi di una quasi dodicenne sono in realtà dilemmi comuni di tutti: se gli altri io li vedo così, come mi vedono loro? cosa sarò crescendo? se gli adulti che vedo sono così, è inevitabile che lo diventerò anch'io?
insomma, cercare di capire il proprio posto nel mondo
guardarsi intorno per vedere se c'è un posticino per noi, nel mondo.
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lunedì 11 ottobre 2010
martedì 5 ottobre 2010
"Atonement" o della pazienza del ragno
dopo il post depressivo di prima passiamo alle cose divertenti, ovvero:
il progettone delle 100Novels.
dato che sono pigra iniziamo con uno dei miei libri già letti Atonement (2002), by Ian McEwan
( il link è quello della scheda critica del TIMES).
la pazienza del ragno per un romanzo che ti deve far digerire la dilatatissima prima parte, stupenda, a dir la verità, ma, indubbiamente, in un libro in cui tutti sanno il "motore dell'azione" (stupro di una ragazzina, accusa infondata, ecc ecc) arrivare alle fatidiche pagine nella notturna campagna inglese è una esperienza estenuante, che ti fa sentire sulla pelle il caldo opprimente di quella giornata del 1935, un caldo che paralizza e rallenta azioni, giudizi e, forse, anche i pensieri.
un gruppo di famiglia con amici in una campagna inglese, una ragazzina fin troppo precoce che vuole essere una scrittrice, che crede nella forza creatrice della parola... sperimentando sulla sua pelle che ciò che crea una cosa ne distrugge un'altra.
un libro di salti temporali netti e freddi, un libro che, alla svolta finale, ti svela che la tua pazienza è frustrata perché altri, più abili tessitori di trame hanno giocato con te per tutto il tempo, ti hanno fatto credere nell'impossibile, o, forse, l'unica possibilità di espiazione possibile, per tutti noi, rientra solo e unicamente nella sfera dell'intelletto.
è un'espiazione a metà, un espiazione che non porta poi alla catarsi, un'espiazione che in realtà non espia di tutti i nostri peccati, ma è un modo per porre un po' di pace nelle anime morte, siano esse anime altrui o le parti di noi stessi che abbiamo perso per strada.
la pazienza del demiurgo narratore, la pazienza del ragno della parola, la pazienza evocativa di coloro che possono creare altri mondi, forse anche beffardi o crudeli, forse falsamente pacificatori, forse crudelmente felici.
dopo anni dalla lettura mi ricordo ancora le sensazioni "di pancia" che questo libro mi ha causato. questa è forse la critica più bella: il grande potere della narrazione (o "the art of fiction", splendido titolo della serie di interviste che, da decenni, la Paris Review fa con scrittori di tutto il mondo, recentemente usciti in una serie di volumi, in Italia editi in parte da Fandango. ma molte di esse sono reperibili in versione integrale sul sito della paris review) si manifesta in questo romanzo e, in più, è il vero fulcro del romanzo stesso.
la crudeltà della narrazione e la sua bellezza, come potrebbe essere bella la tela del ragno per gli insetti che vi sono intrappolati.
il progettone delle 100Novels.
dato che sono pigra iniziamo con uno dei miei libri già letti Atonement (2002), by Ian McEwan
( il link è quello della scheda critica del TIMES).
la pazienza del ragno per un romanzo che ti deve far digerire la dilatatissima prima parte, stupenda, a dir la verità, ma, indubbiamente, in un libro in cui tutti sanno il "motore dell'azione" (stupro di una ragazzina, accusa infondata, ecc ecc) arrivare alle fatidiche pagine nella notturna campagna inglese è una esperienza estenuante, che ti fa sentire sulla pelle il caldo opprimente di quella giornata del 1935, un caldo che paralizza e rallenta azioni, giudizi e, forse, anche i pensieri.
un gruppo di famiglia con amici in una campagna inglese, una ragazzina fin troppo precoce che vuole essere una scrittrice, che crede nella forza creatrice della parola... sperimentando sulla sua pelle che ciò che crea una cosa ne distrugge un'altra.
un libro di salti temporali netti e freddi, un libro che, alla svolta finale, ti svela che la tua pazienza è frustrata perché altri, più abili tessitori di trame hanno giocato con te per tutto il tempo, ti hanno fatto credere nell'impossibile, o, forse, l'unica possibilità di espiazione possibile, per tutti noi, rientra solo e unicamente nella sfera dell'intelletto.
è un'espiazione a metà, un espiazione che non porta poi alla catarsi, un'espiazione che in realtà non espia di tutti i nostri peccati, ma è un modo per porre un po' di pace nelle anime morte, siano esse anime altrui o le parti di noi stessi che abbiamo perso per strada.
la pazienza del demiurgo narratore, la pazienza del ragno della parola, la pazienza evocativa di coloro che possono creare altri mondi, forse anche beffardi o crudeli, forse falsamente pacificatori, forse crudelmente felici.
dopo anni dalla lettura mi ricordo ancora le sensazioni "di pancia" che questo libro mi ha causato. questa è forse la critica più bella: il grande potere della narrazione (o "the art of fiction", splendido titolo della serie di interviste che, da decenni, la Paris Review fa con scrittori di tutto il mondo, recentemente usciti in una serie di volumi, in Italia editi in parte da Fandango. ma molte di esse sono reperibili in versione integrale sul sito della paris review) si manifesta in questo romanzo e, in più, è il vero fulcro del romanzo stesso.
la crudeltà della narrazione e la sua bellezza, come potrebbe essere bella la tela del ragno per gli insetti che vi sono intrappolati.
mercoledì 8 settembre 2010
e alla fine i nostri eroi
o per meglio dire la nostra eroina, dopo le titaniche fatiche del tema di italiano di ieri, ha deciso di fare una cosa molto, molto stupida.
avete in mente quelle classifiche che a volte appaiono su libri, riviste, blog e affini?
siano esse "i 10 scapoli più ricchi della galassia centrale"
"15 metodi per fare un uovo sodo"
"10 discipline orientali che dovete conoscere (almeno di nome) per essere cool"
ecc ecc
sono un po' di anni che io ne ho salvata una fra le pagine internet classificate come "i miei preferiti" e la lista è questa
ALL TIME 100 NOVELS (IN ENGLISH)
fatta qualche anno or sono dal settimanale inglese Time. e questo spiega per solo libri in inglese e pressoché solo modern books, che nella corrente traduzione italiana sarebbero: libri di letteratura contemporanea.
fra questi alcuni li ho già letti, indipendentemente dalla loro presenza nella lista, semplicemente (?!) perché mi sono capitati nelle mani nel corso degli anni.
e il progetto pazzo è questo: leggerli tutti. uno per uno. magari anche rileggere quelli che avevo letto più di 10 anni fa, dando così per scontato il discrimine per una lettura critica(?!) sia intorno ai 16 anni.
e in più commentarli, criticarli, lodare o mandare a ca..re gli illustri critici che li hanno scelti ecc ecc.
ma ho bisogno di un paio di regole, in ogni caso, se nò potrei morire per troppa letteratura considerata "alta" da quelli del Time.
regole:
- posso non seguire l'ordinamento alfabetico
- è lecito abbandonare un libro, ma bisogna spiegare il perché e il percome.
- posso sostituire quei libri che non si trovano in Italia (ebbene sì, ce ne sono) con altri presi dalle altre liste dei due critici, ovvero, gli esclusi e i non concordi.
- posso leggerli in lingua o in traduzione a seconda della disponibilità.
- devo leggerne almeno uno al mese.
- fra un libro e l'altro, o anche fra le pagine di uno stesso, DEVO leggere altro, oppure impazzirò.
- posso abbandonare il progetto, ma non prima di aver letto almeno 1/3 dei libri rimasti.
detto questo, quanto sono pazza da uno a 10?
valgono anche i trilioni, temo.
avete in mente quelle classifiche che a volte appaiono su libri, riviste, blog e affini?
siano esse "i 10 scapoli più ricchi della galassia centrale"
"15 metodi per fare un uovo sodo"
"10 discipline orientali che dovete conoscere (almeno di nome) per essere cool"
ecc ecc
sono un po' di anni che io ne ho salvata una fra le pagine internet classificate come "i miei preferiti" e la lista è questa
ALL TIME 100 NOVELS (IN ENGLISH)
fatta qualche anno or sono dal settimanale inglese Time. e questo spiega per solo libri in inglese e pressoché solo modern books, che nella corrente traduzione italiana sarebbero: libri di letteratura contemporanea.
fra questi alcuni li ho già letti, indipendentemente dalla loro presenza nella lista, semplicemente (?!) perché mi sono capitati nelle mani nel corso degli anni.
e il progetto pazzo è questo: leggerli tutti. uno per uno. magari anche rileggere quelli che avevo letto più di 10 anni fa, dando così per scontato il discrimine per una lettura critica(?!) sia intorno ai 16 anni.
e in più commentarli, criticarli, lodare o mandare a ca..re gli illustri critici che li hanno scelti ecc ecc.
ma ho bisogno di un paio di regole, in ogni caso, se nò potrei morire per troppa letteratura considerata "alta" da quelli del Time.
regole:
- posso non seguire l'ordinamento alfabetico
- è lecito abbandonare un libro, ma bisogna spiegare il perché e il percome.
- posso sostituire quei libri che non si trovano in Italia (ebbene sì, ce ne sono) con altri presi dalle altre liste dei due critici, ovvero, gli esclusi e i non concordi.
- posso leggerli in lingua o in traduzione a seconda della disponibilità.
- devo leggerne almeno uno al mese.
- fra un libro e l'altro, o anche fra le pagine di uno stesso, DEVO leggere altro, oppure impazzirò.
- posso abbandonare il progetto, ma non prima di aver letto almeno 1/3 dei libri rimasti.
detto questo, quanto sono pazza da uno a 10?
valgono anche i trilioni, temo.
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