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lunedì 13 dicembre 2010

kid's books are happy books!


cosa mi faccio postare da un fratello che va a boston per un convegno?
abiti firmati? teconologia affina? regalini e regaletti souvenirs?

no.
onestissimi libri per bambini.
tra cui uno in particolare:
click clack moo. Cows that tipe.

oppure anche The lion and the mouse.

i libri per bambini sono libri felici, almeno in usa.
perché qui da noi questi libri non ci sono. non li traducono.
ci vorrebbe troppa intelligenza!
e allora continuiamo con l'orgia di principesse rosa shocking, di mostri e mostriciattoli, geronimi e fatine appiccicose...
poi, quando il moccioso diventerà un moccioso pre adolescente, che legge solo e unicamente geronimo e affini, ci lamenteremo che sono caprette ignoranti senza gusto estetico, ironia, e incapacità, a 12 anni, di affrontare un testo di 20 pagine senza un'immagine.

perché la lettura cresce per gradi, da un bel libro si passa a un altro.
e da un bel libro illustrato per bambini si passerà al libro più impegnativo. perché il livello dei libri è lo stesso.
anche se sono libri per bambini.
anche se parlano di mucche che battono a macchina!

venerdì 5 novembre 2010

la tesi è come il maiale

"si ricordi Umberto Eco" mi dice il mio professore della tesi a pranzo, "La tesi è come il maiale, ha detto, non si butta via niente".

pausa pranzo risicata al master, in mensa vedo il mio professore della tesi (la sede del master infatti coabita con la sede del suo dipartimento/corso di laurea).
prendo l'agognato cibo e, nella ricerca di un posto gli passo accanto e lo saluto.
"vorrà mica abbandonarmi da solo, vero? Guardi che se si siede da me non mi offendo mica".
adoro questi momenti, quando capisci che uno non ti dava retta solo perché ti dovevi laureare con lui e per questo gli scassavi l'anima ogni settimana. scopri che l'esperienza, dal SUO punto di vista, non è poi così negativa: ha ancora voglia di chiaccherare con te in pausa pranzo!
sperando che in ogni caso tu abbia ragione e il suo gesto non sia solo una forma elaborata di pietismo, ti siedi e chiaccheri con lui mentre mandi giù un piatto di pasta ai formaggi che hanno abortito in cucina.
come va e come non va, ad un certo punto gli piazzo la bomba: "sto pensando di mollare il master, ma sono data tempo fino alla fine di gennaio, poi mollo".
il professore è oggettivamente perplesso, anche perché non gli sto a raccontare tutto, ma percepisce cmq il clima di generale malessere in cui vede gettata la sua ex tesista.
mi chiede quindi se non c'erano notizie dal mio fronte professionale primario: il mondo editoriale.
è carino raccontargli che dal nulla assoluto sono arrivata ad avere risposte ai miei lanci di cv, negative, ovviemente, però è anche carino che ti dicano: "guarda, la tua lettera di presentazione è bellissima! purtroppo siamo piccoli/è tempo di crisi/non abbiamo posti/ecc ecc ecc e non possimao proporti nulla al momento, ma continua a cercare! ps teniamo il tuo cv, non si sa mai".
poi gli racconto un'atra cosa, giusto per tirarmi su il morale: inizio a collaborare con un progetto in internet, a titolo gratuito ovviamente, ma mi sono proposta con un articoletto sulla fondatrice della mia casa editrice della tesi.
"brava, continui! e si ricordi di umberto eco: la tesi, diceva, è come il maiale, non si butta via nulla!"
ottimo. ma il contadino il maiale lo magiava: io mica mi posso mangiare la tesi!
cmq, nell'attesa di sapere se l'articolo biografico va bene, e se continuerò con loro nella speranza di visibilità futura, io ci provo. anche grazie a un aiuto in più: da domani provo a sistemare la mia impotenza esistenziale grazie a un aiuto professionale. un passo in più, per cui so che molti tireranno un sospiro di sollievo, nel cercare di stare bene, o quantomeno meglio. e ricominciare a sperare un po'.

ridicendola col mio prof di tesi: "non si faccia abbattere. vedrà che, con calma, tutto andrà bene."
o col professore di filosofia al liceo: "non sfiduciarti, abbi un po' di autostima ***, te la meriti." professori che tirano su il morale, secondo voi è un caso che abbiano lo stesso nome?

lunedì 11 ottobre 2010

stanchezze del lunedì

in cui ovviamente scriverò poco o nulla, nella pausa brevissima fra la digestione del panino e la ripresa del corso, che oggi non finirà mai....

stanca morta, anche a causa della sveglia 8ogni giorno alle 6:15/6:30, compreso il we in cui, ahimé, mi sono automaticamente svegliata in orari incivili.
la certezza di non avere idea di dove sia finito il mio finesettimana, e la consapevolezza di una nuova settimana davanti a me, spero illuminata da qualche discussione interessante e dall'invio di curricola in cui spero, e prego, di avere qualche risposta. giusto per sapere che non mando invano.

come nel libro che sto leggendo adesso - il terzo libro che sto leggendo in contemporanea - in cui la quasi dodicenne protagonista chiede a Dio: ci sei? mi capita questo, puoi fare qualcosa? cosa ne pensi?
ed è bello scoprire che i dilemmi di una quasi dodicenne sono in realtà dilemmi comuni di tutti: se gli altri io li vedo così, come mi vedono loro? cosa sarò crescendo? se gli adulti che vedo sono così, è inevitabile che lo diventerò anch'io?
insomma, cercare di capire il proprio posto nel mondo
guardarsi intorno per vedere se c'è un posticino per noi, nel mondo.

domenica 26 settembre 2010

chi ben comincia

no, chi ben comincia non è mai a metà dell'opera. figuriamoci chi comincia male.
il punto è che io inizio un master in piena crisi di ansia e non è per niente una bella cosa. in più non riesco neanche a capire da cosa sia causata la crisi d'ansia...
ansia da prestazione ? c'è
ansia da mancanza di autostima? c'è
ansia da nuova strada da esplorare - ovvero fobia verso l'ignoto? c'è

e c'è per di più che ormai da un po' inizio ad avere lo stesso sogno dell'italiano medio, sogno più che legittimo, ci mancherebbe: vincere al superenalotto. mai avrei creduto che sarebbe arrivata l'ora nella mia vita in cui mi sarei ritrovata a pensare "i soldi danno la tranquillità".
ma poi perché ho così tanta paura del futuro? presentimenti, sogni, visioni apocalittiche?
EPPURE OGNI MINIMA COSA ORMAI MI ATTANAGLIA E SENTO UN PESO CHE MI FA MANCARE IL FIATO. cliché! direte voi, e sarà anche un cliché fatto e finito...ma provate voi a stare senza fiato la notte, mentre sperate di addormentarvi.
potreste dirmi di aggrapparmi ai miei sogni ma, obiettivamente, non so più cosa sperassi di diventare, o forse non l'ho mai saputo. perché la vera sindrome di peter pan non è non voler crescere perché si sta tanto bene da bambini, ma è aver paura di quello che si è diventati una volta cresciuti, in quanto sembra solo e unicamente un buco nero.
e allora ben venga il 2012, sperando che i maya ci abbiano azzeccato.

sabato 4 settembre 2010

temi di italiano a sorpresa

a volte era il più temuto fra i compiti in classe. perché per le altre materie potevi imputare l'insuccesso alla mancanza di studio: a non capire nulla di matematica, ad avere sempre odiato il piucheperfetto passivo in greco e la perifrastica in latino, a confondere la cinesica con la cinetica di fisica e così via.
ma col tema d'italiano non ci son santi che tengano.
e se avevi un'insegnante come la mia...auguri!
ora mi ritrovo nella stessa situazione.

martedì ho il tema di italiano, ovvero, lo scritto di un concorso per l'accesso a un master.
argomento? vario ed eventuale.
perciò io son qui, non avendo scritto più nulla dopo il tema del liceo (una sbrodolata su affetti e paesaggi nella letteratura, se non erro), a non avere idea o intenzione di ripassare qualcosa (cosa?) per l'ardita prova.

fidando, come sempre, che in passato abbia letto qualcosa di attinente all'argomento che mi daranno, e poi di ricamarci sopra con grazia. magari un pio' più grazia di quella che metto in questo blog e sperando che la mia mano, affetta da tendinite acuta da ormai due settimane, decida di starsene buona buonina durante la prova.

nel frattempo ho deciso che mi leggo Rani Manicka. non c'entra nulla, ma un buon consiglio di lettura non va mai buttato, perciò, correte in biblioteca e prendete "la madre del riso"!

mercoledì 25 agosto 2010

voglia di lavorare..

che di voglia ce sia tanta o poca, è comunque indubbio che una delle necessità fondamentali dell'uomo è il lavoro.
il problema è trovarlo o, per essere più specifici: districarsi fra le offerte di lavoro per studenti neo laureati (sempre che a 3 mesi dalla laurea una possa ancora dichiararsi tale).
infatti gli stage che uno trova sono, per il 90%: full time e non retribuiti.
non ho ancora capito perché le persone che scrivino questi annunci pensino che il qualsiasi povero bimbo neolaureato che lo legga si debba sentire grato e riconoscente per il fatti di andare a lavorare (generalmente con funzione facchino-tuttofare-telefonista) grato del fatti di:

- pagare per andare a lavorare, in quanto è un fatti notorio che i mezzi pubblici e il cibo del pranzo siano gratuiti.
- fare 3/6 mesi di gavetta, il che in e per non è male, se però mi dai la certezza di crescere un minimo nelle mansioni in quel periodo di tempo, mi fai fare le mie esperienze e, magari mi puoi dire che in un futuro potremo collaborare ancora?

il punto è che ormai gli stagisti sono come i rotoli del nastro adesivo: li usi per rappezzare qua e là i buchi, poi quando si esaurisce il tuo rotolo lo cestini senza troppi complimenti ( e perché dovresti? è usa-e-getta!) e poi vai nel tuo mobiletto della cancelleria e ne tiri fuori uno nuovo. e così via.
perché per ognuno che, come me, rifiuta questo genere di cose, ce ne sono una fila che accettano volenterosi, e non posso dire che i loro ragionamenti siano più deboli dei miei, o che loro sbaglino.
certo, in tutta questa situazione, il torto cade dall'altra parte dell'annuncio di lavoro.

giovedì 19 agosto 2010

ero in vacanza, e dove se no?

o meglio, io ci ho provato ad andare in vacanza, e quest'anno, eccezionalmente, avevo anche intenzione di uscire di casa e muovermi un po', ma nei miei 10-11 giorni di montagna ne ho beccati 9 di pioggia.
tu chiamala sfiga!
quest'anno che, non avendo la scusa/dovere degli immancabili esami settembrini, potevo camminare a volontà.
quest'anno che, essendomi allenata nel giugno newyorkese e impoltrita nel luglio ****ese, avevo voglia di sgranchirmi le gambe.
quest'anno che, nel banchetto di libri scontati che c'è sempre giù in paese d'estate, non ho trovato nulla e dico nulla, e son finita a comprare un libro di cucina indiana (dalla disperazione? o mi dovrò disperare quando io, che a stento cucino un uovo, e fritto, perché sodo è complicato, ci proverò sul serio a cucinare?).
insomma, in quest'anno di buoni propopositi, con anche poca voglia di leggere, computer occupato la maggio parte del tempo dal pater familia, ho camminato giusto ieri, giorno prima di rientrare, con dei nuvoloni che erano orribili ( chiunque conosca l'alta montagna sa a cosa mi riferisco) ma nonostante tutto ho visto moltissimi animali e nei 30,5 secondi in cui il sole è uscito mi sono semi-ustionata naso e guance. così oggi ho uno strato di aloe vera che ha reso quasi inpossibile ogni mio movimento facciale. mi sembra di essere uno di quei personaggi tirati che si vedono in televisione: non potrebbero ridere o piangere neanche se lo volesero senò gli crolla tutto.

comunque, volete ridere, ieri sera a cena un amico di famiglia mi dice: perchè non scrivi un blog?
alla mia risposta: e su cosa, è calato il silenzio...

giovedì 20 maggio 2010

depressioni da anagrafe

stamattina visita all'anagrafe.
devo rifare la carta d'identità, scaduta da mesi.
l'Addetto all'Anagrafe mi chiede, con fare perentorio: Ancora studente?
Io: no.
AA: allora cosa metto?
Io: non saprei, si può tenere in bianco?
AA (guardandomi di sbieco): certo.
Io: grazie.
...certo scrivere "Disoccupata" non sarebbe stato molto carino, e il fatto che
io contribuisca alle spese con un importo pari alle mie entrate (0=0) è sconsolante...
[...]
AA: residente allo stesso indirizzo?
Io: sì.
AA: non lo ha cambiato negli ultimi anni?
Io: no. (ma non avevo già risposto prima?)
AA: sarebbe potuta venire anche prima della scadenza.
Io: ...
[...]
AA: la foto della vecchia carta è rovinata.
Io: ...
AA: ma si è staccata?
Io: no, si è solo inzuppata insieme a me un temporale di un paio di anni fa.
AA: ma la sua vecchia carta è stampata tutta storta!
Io: L'avete emessa voi.
AA: ...

ok: quindi hai 25 anni abbondanti, sei appena laureata in materie umanistiche, vivi a casa dei tuoi, hai due gatti e frequenti assiduamente la biblioteca...dio, vi prego, non ditemi che psicopatologia ho con questo profilo.

nota positiva? l'Esimio Professore mi ha detto che ha parlato della mia tesi a due persone, e queste erano entusiaste!
perplesità mia: entusiaste di cosa? guardando la mia tesi che giace sotto mucchi di carta sulla scrivania mi viene solo da pensare quanto tempo potrò metterci a limare una gamba del tavolo di 2,7 cm.
almeno la mia tesi si rende utile!